viste dall'interno :-)
Partito!


Trova l'obice


Spazio dedicato a tutti quelli che, di leva o di carriera, sono stati - e sono - nella 40esima batteria d'artiglieria da montagna
Ringraziamo Giovanni Bricco, scaglione 1/83, Caporal Maggiore che ci ha inviato queste fotografie. Sono del campo in Danimarca , settembre 1983. 

La batteria arriva verso l’una di notte. Non piove più però sta scendendo la nebbia. I camion si muovono con le luci da guerra blu accese e i motori al minimo. I capipezzo fanno strada a piedi. Dal tetto della mia macchina vedo il puntino rosso delle loro torce oscurate e la luce verde del goniometro in alto, sopra la cisterna dell’acqua.
L’obice da 105/14 divenne l’amico più fedele del quale si conosceva ogni caratteristica, ogni bullone ed ogni acciarino. Un pezzo di ferro di 1.200 kg che veniva manovrato dai Serventi con tale perizia e dimestichezza, sia nel tiro indiretto sia in quello contro/carro, che sembrava veder impiegare “una pistola”, un po’ come l’artiglieria napoleonica. L’elicottero divenne, invece, il mezzo di trasporto più consueto per le “prese di posizione” (con tutti i materiali e munizionamento al seguito).
Ma quando al “rompete le righe” dopo l’alza bandiera rimbombava l’urlo “Quaranta”, si percepiva negli altri una sorta di malcelata ammirazione ed in noi un forte senso di fierezza e dignità, di chi si era guadagnato “sul campo” il rispetto e la credibilità.
preso parte a quasi tutte le esercitazioni della batteria dal 1968 al 1989. Per anni è stato un fermo punto di riferimento per i giovani ufficiali (sicuramente per lo scrivente) per la serenità che riusciva a trasmettere anche nelle situazioni più impegnative. È ancora ricordato nei “bivacchi dei veterani” per i litri di caffè bevuti ad ogni ora e per l’affettuoso abbraccio “mozzafiato” riservato agli amici più cari (Zaffaroni ne sa qualcosa);
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