Ricordo di un lungo viaggio e belle amicizie che durano fino ad oggi
Era un mercoledí, nel lontano 10 ottobre 1978, quando col treno si partì da Bolzano verso Cuneo. Il viaggio fu abbastanza lungo e tortuoso. Man mano sfilarono le città di Trento poi Verona, Brescia, Milano. Sempre di più ragazzi che salirono su questo treno. Per tutti la stessa meta: Cuneo.
Durante il viaggio non mi fu molto chiaro a cosa andavo – andavamo - in contro.
Finalmente si arrivò alla stazione. Ricordo che era gia’ buio. Scendemmo in tanti e trovammo ad aspettarci uno Sten con alcuni CR. Lo Sten, di nome Galanti, era un omone enorme; indossava i pantaloni verdi alla zuava, con i calzettoni che gli erano leggermente scesi. Notai dei polpacci enormi (se non erro giocava in un squadra di rugby del varesotto o milanese )..
Bene, quando tutti furono saliti su i CR, si partì per l’ultima destinazione: la caserma.
Durante il viaggio iniziai a star male, del fumo del tubo di scappamento che, invece di starsene fuori, rientrava con prepotenza sul pianale del CR, coperto solo dal telo. Sembrava una camera a gas ambulante.
Arrivammo finalmente alla caserma, dove avremmo passato un mese.
I ricordi sono molti; tra questi, il buco nel muro di cinta dietro il cinema della caserma. Di notte alcuni di noi lo usavano per ritornare in città, con la ferma intenzione di trovare delle ragazze.
Nei bar, i jukebox ( che oggi mi mancano) suonavano una canzone che in quel momento era il non plus ultra: Una donna per amico.
Vi posso garantire che, al rientro in caserma, rimaneva solamente il sogno di aver potuto abbracciare e baciare delle ragazze.
Il giorno del giuramento. Detto, fatto. Tutti in riga. Fucili garant lucicanti, guanti bianchi, ghette strette, scarponi a specchio.
Discorso del comandante della caserma e poi il boato del “LO GIURO”.
Festa, pranzo e poi partenza per Susa. Fui l‘unico Alto Atesino che se ne restò in Piemonte.
In tanti ci domandammo com’era Susa. Si disse che si stava abbastanza male: muli cattivi da governare e tanto nonnismo. Preparai le valigie e poi partii, di nuovo sul CR. All’arrivo, dopo alcune ore sul camion, mi accorsi di aver scambiato la mia valigia con un‘altra.
Anche il proprietario di quest’ultima si chiamava Roberto, ma lui era alto 1,95 mentre io 1.78.
Adunata nel cortile della Settima, con l’Ottava e la BCS. Via i baffi, su nelle camerate, ultimo piano. I vecchi che ti guardavano con occhi strani, come se ti volessero sbranare. Il giorno dopo, ebbi la prima adunata ufficiale da Artigliere(figlio). Solo allora mi resi conto che c’erano ancora 11 mesi tondi tondi di pastasciutta davanti a me, con i miei pantaloni e la giacca piu lunghi di 20 cm e con questa surreale bruttezza della caserma di Susa: tutto terriccio, alcune piante semi avvizzite in un cortile dove i raggi del sole non arrivavano a destinazione .
Grazie a Dio, di nonnismo non ne ho provato sulla mia pelle; tranne una volta, messo a fare il termometro e un unico brutto episodio in mensa.
Dopo alcuni giorni la partenza con destinazione la “Ceccaroni” di Rivoli. Mi sembrò che la naja fosse finita. Grande sbaglio, ma da lì iniziò una bellissima e lunga esperienza. La prima persona, con un cuore grande, che mi aiutò a cambiare il vestiario fu l’indimenticabile Maresciallo Maggiore Di Rienzo, con quel suo gentile sorriso ma, quando si incazzava, era meglio girare alla larga.
Almeno una volta la mese, tutti noi amavamo il Sergente Maggiore Vuono: quando sganciava la “paghetta” di 15.000 Lire.
Io dormivo nella camerata di destra ( radiofonista three four Radio check over ), poi c’era three one e three two.
Beaudissard, “Batman” e “Zaff” erano i capi indiscussi della 40th Bty. Ricordo la macchina di Battisti, una Lancia Coupè Bianca, parcheggiata sempre vicino alla Quarantesima, l’inconfondibile profumo - o puzza - di cigarillos (che fuma ancora tutt’oggi, forse).
Mi ricordo di “Zaff”, furbetto e simpaticone e Beaudissard – The big captain. Le adunate con il solito saluto “QUARANTA “ che faceva tremare la caserma intera e il povero reparto di sanità avio trasportabile, nostro vicino di casa.
Non tutti sanno che la “Quarantesima” ha fatto da picchetto d’onore anche alla inaugurazione della galleria del Frejus. Eravamo tutti lustri e con le uniformi perfette, sugli attenti. E anche “attenti” a non svenire…tranne il sottotenente Vallerani il quale cadde improvvisamente come un sacco vuoto.
Campo in Germania – Lager Aulenbach – Baumholder vicino a Idar Oberstein, la capitale tedesca per la lavorazione delle gemme e preziosi. Per questo trasferimento la “Quaranta” ricevette le prime AR 79, nuove di trinca, ma le vecchie AR 59 erano ancora presenti. Viaggio in treno via Francia con arrivo in Germania; in tutto furono 18 giorni di esercitazioni e di duro lavoro. La batteria vinse anche la gara per essere stata la batteria più veloce da posizione “settima” in anticarro ( 20 o 25 secondi ). Un giorno di licenza e via tutti in Lussemburgo. Si ballava sulle note di Amy Stewart e Fernandez.
Passato il mese di agosto, e con esso 10 mesi di naja, in settembre ci smazziamo l’ultima polveriera vicino a Fossano. Io e Luciano Scapin, coppia d’oro, fummo puniti per aver fatto 2 ore in più di guardia. E non che ci trovassimo bene.
10 Ottobre 1979 - IL CONGEDO, il silenzio fuori ordinanza e il grido “ FINITA “. Doveva essere il giorno che mi cambiava la vita. In quel momento non ero consapevole del futuro ma desideravo vivere solo quel giorno importantissimo e atteso da ben 364 giorni. Fu come se qualcosa stesse per iniziare e nello stesso momento per finire. Come eravamo arrivati, cosi si ripartiva, a casa, dalla fidanzata e affrontare, ognuno di noi a suo modo, la vita.
Bene, tutti i 364 giorni e in particolare quello stupendo giorno lo ricordo sempre con tanto piacere e oggi darei tanto per poterlo rivivere insieme a tutti. Ma un fatto mi rende triste.
Mi è giunta notizia che l’Ing. Marco Arata di Genova, autista di Beaudissard, e’venuto a mancare alcuni anni or sono (spero che questa notizia sia errata). Marco fu il pioniere nella creazione delle due spille della Quarantesima SÜSA D’FER e quella di color verde AMF che io andai a ritirare in Trentino – Valsugana.
Ci sono tanti altri ricordi da raccontare e che faro’ a puntate sperando di fare cosa gradita a tutti e se qualcuno si ricorda di me, contattatemi. Mi fareste piacere e mi riscaldereste un po’il cuore, qui nella fredda Olanda.
Ricordo solo alcuni nomi : Menara , Scapin , Tosco, Cappeletti ( Kappler ), Possamai, Vermi, Brustia
Se qualcuno di Voi, 9 e 10mo 78 mi legge e si ricorda contattatemi al’indirizzo posta robertoeccli@yahoo.com oppure skype “quarantesima” Mi rendereste felice
Concludo questa mia salutandovi amichevolmente e forse a presto
Roberto
giovedì 31 luglio 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)